La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

lunedì 31 agosto 2015

Priapo con comparanda

Cinque anni, un po' di fatica, molti dubbi, e poi cosa c'è da perdere, e l'erudizione del Settecento travolta dai vantaggi del web, da bei volumi di mostre elleniche, con fallici altari di Tracia, si trasforma in pagine da leggere in rete, ché la carta ha da essere risparmiata.
Ma per i giorni vissuti fra Chiecina e Ricavo, per gli amici, che ora sono tutti stanchi, poche parole.

giovedì 20 agosto 2015

Gentucca in San Francesco, tra il Poeta e i cavalieri di Germania (molto di moda)




Ritornano i giorni di Gentucca, in San Francesco, passeggiate nell'archeologia di una città fra Duecento e Trecento, passioni senili e giovanil baldanza.
E giacché son di moda, come nel Duecento e nel Trecento, i cavalieri tedeschi, folgorante braccio ghibellino contro i fanti di Firenze e di Lucca a Montaperti, dono (a caro prezzo) di signori di Lombardia al Signore di Lucca nel giorno dell'Altopascio, il passo di Gentucca, lasciato il dolce conversare con il Poeta, trascorso qualche anno dopo, si muove verso il nido della tirannide di Castruccio, torri e mura per assicurare la signoria sulla città ostile, invenzione (forse) del duce lucchese, esempio per Visconti Gonzaga e Terre d'Este, il Castello in Città.
Marmo di tombe di cavalieri, un po' impolverate, un po' obliate (ma non troppo: messe in un angolo della memoria), molti cavalieri venuti di Germania, qualche sodale d'Italia, nella fortezza croce dei Lucchesi, affidata a Pisani del contado, buoni a rompere un po' di maiolica arcaica rigorosamente made in Pisa. Niente da lasciare alla città dominata, se non l'odio e un po' di cocci rotti, reliquie religiosamente raccolte seicentocinquant'anni dopo. Tracce dell'Augusta, il segno di potere di Castruccio, l'aquila che ancora veglia sulla Porta a San Romano, con il sonno di ferro dei cavalieri.
E incontri di gentildonne e poeti, clangore di armi, immagini di tombe e segni della terra in San Francesco, monocromi e bicromi, da lumeggiare con i colori del Codex Manesse, bel regalo di Heidelberg, visto che la Germania è di gran moda. Per Deodato e le sue languide damigelle altri giorni.

venerdì 7 agosto 2015

Il rifocillo di Gentucca (in verde e nero, in San Francesco)



Vesti sfarzose, damascate, figurate, volti severi, gentildonne di Giudea travestite da Lucchesi dell'anno 1300, e come loro s'immagina l'interlocutrice preziosa di Dante, la guida attesa e vagheggiata nell'archeologia in verde e nero di Lucca, nella Stanza di Gentucca del San Francesco. Poesia di espressioni perse nel tempo, ambigue, come le parole di Buonagiunta nei versi del Purgatorio.
E brocche e coppe del rifocillo della puerpera attendono – non nel giallo d'oro che emula il bronzo delle donne di Deodato ma in verde e nero – il viandante del tempo, appena dietro l'abside della chiesa.

mercoledì 5 agosto 2015

Gentucca e le eleganti lucchesi del Trecento (tra Deodato Orlandi e il verde e nero)


Generosi contributi per Wikipedia, per trovare ricca di colori l'opera migrata di Deodato Orlandi, immagine di Lucca e dintorni degli anni di Gentucca, di suo suocero Lazzaro Giaro per gli amici, il Fondora, anfitrione di Dante (di certo). Tutta la società del primo Trecento, nelle luci dei tessuti policromi, di una tavoletta a Berlino, e il pallore estenuato di Gentucca e della silente mostra nel San Francesco si fa calore di vita anche nel neroverde della maiolica arcaica.

martedì 4 agosto 2015

Il vento dell'estate a Fossa Nera di Porcari





Luci e vento d'estate a Fossa Nera, un giorno d'agosto, il suono del bosco di pianura, l'ombra esigua e tenace da cui escono rigenerati antichi ruderi. Il sottile suono dell'Auser, per rari cartelli e paesaggi che rinnovano i versi delle Georgiche.

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