La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

sabato 8 ottobre 2011

Il sorriso della Fanciulla di Vagli e l'Antropologo Smemorato


Più di mille volte ha sorriso la Fanciulla di Vagli a chi ne cercava la storia, generata da anni di ricerche sulla terra e sui libri e dalla passione di archeologi che danno vita e colore alle Storie Sepolte nella Terra: cercar Storie e narrarle nelle teche inondate di giallo e segnate dal verde, nelle vie del web, storie di ossa combuste, di borchie di bronzo che sa dello squillante tono dell'argento, di fibule e di collane, ornamento di fanciulle promesse al matrimonio.
Storie che parlano a tutti, ma non all'Antropologo Smemorato, alle sue pagine fitte di dottrina antropologica e dimentiche di una firma, per chiedersi se il guerriero è guerriero, se basta la spada celtica e la catena di sospensione e l'elmo cornigero a fare di ossa sottratte all'ultima pira sulle montagne fra la Marina e le valli dei fiumi che scendono anche dall'Appennino ossa di guerriero capace di affrontare coorti romane e di socii Latini e di federati Italici; e se ossa inanellate d'anelli e di cinture e di collane siano non di Signore e Fanciulle, ma di Guerrieri.
Sorride la Fanciulla di Vagli anche all'Antropologo Smemorato, con le sue collane d'ambra la cintura fulgente di bronzo che sa d'argento, gli anelli e le fibule e la piccola treccia raccolta nella spirale d'argento, saluta sulla pira, per l'ultima volta, il padre pronto all'ultima battaglia, con l'elmo cornigero e la lancia dalla lunga punta, il gladio dei Romani o la spada dei Galli. Sorride dal verde e dal giallo di una sala che riempie le lastre di pietra, dalle pagine cariche dei colori delle Apuane che toccano di bianco il cielo azzurro della tramontana del primo autunno, dai Segni dell'Auser.




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